“Le storie
del signor Dino”
Uno
scrittore nel suo studio, una mogliettina esigente, diversi racconti da
ricopiare a macchina per
poterli consegnare l’indomani… Da questi pochi elementi prende le mosse uno spettacolo
vario e sorprendente: le storie scritte sui fogli prendono vita sul palco, rivelando il
mondo poetico e fantastico di Dino Buzzati.
Spettacolo
di esordio della Compagnia, è stato rappresentato per la prima volta il 18 settembre
2011 al Teatro dei Segni di Modena, nella sua “versione completa” in due atti
(110 minuti). Una
sfida interessante per i sei attori (che nei vari episodi hanno interpretato ben 30
personaggi) e una proposta stimolante per il pubblico.
Il 1° giugno
2012 “Le storie del signor Dino” è stato riproposto al Parco Braida di Sassuolo (MO), in una
“versione ridotta” (atto unico di 80 minuti), più adatta per essere rappresentata
all’aperto.
Lo spettacolo ha infatti una struttura particolarmente duttile, e può quindi essere adattato abbastanza facilmente ai più svariati contesti.
Lo spettacolo ha infatti una struttura particolarmente duttile, e può quindi essere adattato abbastanza facilmente ai più svariati contesti.
Nella
trasposizione teatrale, curata da Alessandro Bortolamasi ma definita nel corso
delle prove grazie
ai suggerimenti e alla sensibilità di ogni attore, si è cercato di mantenere intatta la
suggestione dei racconti di Buzzati.
Per questo
motivo “Le storie del signor Dino” è uno spettacolo in grado di suscitare negli spettatori
una gamma di emozioni estremamente varia, dalla commozione nelle scene più drammatiche
(come “Il mantello” o “Inviti superflui”) al divertimento in quelle più brillanti
(come “Lettera d’amore” o “Le precauzioni inutili”).
“La leggenda
di Agilulfo”
Spettacolo
in due atti di Alessandro Bortolamasi liberamente
ispirato a “Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino.
“Paladino di
Francia, perché non alzate la celata e non mostrate il viso al vostro re?” chiese
incuriosito Carlomagno. La voce uscì netta dall’armatura: “Perché io non
esisto, sire”.
Così si
presenta Agilulfo, il cavaliere inesistente: la sua bianca armatura è vuota… o meglio: è
piena solo della sua tenace forza di volontà.
Agilulfo è
diverso dagli altri guerrieri, come Rambaldo e Bradamante che si lasciano scuotere
dalle passioni; ed è addirittura l’opposto del suo scudiero Gurdulù, così folle
da non sapere
neppure di essere al mondo.
Fra desideri
di vendetta, duelli e sogni d’amore, si susseguono scene comiche e poetiche; un rocambolesco
inseguimento, in cui ciascuno rincorre qualcosa per cercare, in realtà, se stesso…
Liberamente
ispirata a un romanzo unico nel suo genere, “La leggenda di Agilulfo” è una commedia
insolita, che fa ridere e pensare, tenendo ogni spettatore sospeso sul filo
sottile che separa
ciò che è da ciò che non è.
Con il commento musicale della giovane chitarrista Enrica Savigni.
Debutto: 28
settembre 2012 - Teatro Cittadella - Modena
"Il dono delle stelle"
Spettacolo in due atti di Alessandro Bortolamasi liberamente ispirato a "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry".
Un aviatore, atterrato in mezzo al deserto per un guasto al suo aereo, incontra un ragazzino caduto dal cielo, piccolo principe del suo lontano asteroide...
"Il dono delle stelle" porta sul palco le suggestioni di un grande classico moderno, che tocca i sentimenti più profondi con la semplicità disarmante della poesia.
Uno spettacolo adatto a tutte le età, dedicato a quei "grandi" che non hanno mai dimenticato di essere stati bambini.
Con il commento musicale alla chitarra del mastro Enrica Savigni.
"Il dono delle stelle"
Spettacolo in due atti di Alessandro Bortolamasi liberamente ispirato a "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry".
Un aviatore, atterrato in mezzo al deserto per un guasto al suo aereo, incontra un ragazzino caduto dal cielo, piccolo principe del suo lontano asteroide...
"Il dono delle stelle" porta sul palco le suggestioni di un grande classico moderno, che tocca i sentimenti più profondi con la semplicità disarmante della poesia.
Uno spettacolo adatto a tutte le età, dedicato a quei "grandi" che non hanno mai dimenticato di essere stati bambini.
Con il commento musicale alla chitarra del mastro Enrica Savigni.
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